Itinerario La Vallesanta

Il secondo itinerario percorribile partendo dal paese di Chiusi traccia un ideale collegamento tra i due più importanti centri spirituali del Casentino, il Santuario de La Verna ed il monastero di Camaldoli, passando da un altro sito religioso di particolare rilievo negli itinerari della Fede, la Badia di Prataglia. 

Data di pubblicazione:
07 Aprile 2017
Itinerario La Vallesanta

Ritornati verso La Beccia, all'altezza della deviazione per Dama e Bibbiena, imbocchiamo a destra la SP 62 e facciamo il nostro ingresso nella Vallesanta. Poco dopo l'inizio della provinciale, entriamo per un breve tratto all'interno del Parco delle Foreste Casentinesi che si spinge nel territorio di Chiusi per inglobare nei propri confini il monte Penna con il Santuario e con la Foresta Monumentale della Verna. La strada, da cui si gode una bellissima vista sull'intero Casentino, comincia a scendere e, dopo alcuni tornanti, una deviazione sulla sinistra ci conduce al primo borgo della Vallesanta, Giampereta (m.825).
Come quasi tutti i paesi della Valle, Giampereta è stato negli ultimi decenni abbandonato dalla quasi totalità degli abitanti, che vi tornano spesso in villeggiatura durante i mesi estivi. All'ingresso del piccolo nucleo troviamo la chiesetta di S. Maria e S. Silvestre, ben restaurata come del resto tutte le abitazioni del borgo. Da Giampereta parte il sentiero 055, di collegamento con La Verna. Riprendendo la SP 62 continuiamo il nostro viaggio attraverso la Vallesanta. La strada continua a scendere, fino a che giunge alla confluenza tra il torrente Corsalone ed il Fosso della Selva. In corrispondenza del ponte che scavalca il Corsalone parte, sulla destra, il sentiero 057 che porta al Passo delle Gualanciole passando da Montesilvestre (m. 826)
Il paese che, nella seconda metà del Settecento, era abitato da almeno 70 persone, è oggi completamente abbandonato, anche perché privo di qualsiasi via di accesso transitabile. All'interno del borgo, di struttura tipicamente montana, si possono ancora vedere edifici estremamente interessanti, come una casa padronale e la chiesa dedicata ai Santi Fabiano e Sebastiano, ricordata sin dal 1155 e dotata di un grazioso campanile a vela.
Questa zona della Vallesanta è caratterizzata da numerosi calanchi marnosi, originati dalla dilavazione delle acque, che accentuano il carattere selvaggio ed aspro del territorio.
La strada provinciale continua fino ad un'altra deviazione secondaria sulla destra, che conduce, tramite una stradina erta e malagevole, a Montefatucchio (m.826). In cima al colle a forma conica che dà nome al borgo, sorgeva anticamente una fortificazione, di cui oggi rimangono solo un ammasso di rovine. La rocca fu dapprima possesso dei Vescovi d'Arezzo, che controllavano per suo tramite l'importante Passo di Serra con la via Romea per la Romagna, poi dei conti Stufi. Il paese di Montefatucchio, la cui parrocchia contava ben 528 anime nel 1551, è oggi completamente disabitato e si risveglia soltanto durante l'estate con il ritorno di numerosi proprietari non residenti. Vicino alla provinciale è ancora visitabile la chiesa dei SS. Pietro e Paolo, anch'essa abbandonata e quasi riassorbita dal bosco dopo aver svolto per secoli con il suo fonte battesimale un ruolo primario per tutta la vallata. Da Montefatucchio parte il sentiero 059, che collega la valle del Corsalone con quella del Tevere presso Valsavignone.
La SP 62 si dirige poi verso Rimbocchi. Prima di arrivare a quest'ultimo centro una deviazione sulla destra ci conduce a Biforco (m. 666) dopo una salita di circa due chilometri. Il paese è nominato negli atti civili sin dal 1052 e conserva al suo interno la chiesa di S. Michele, che svolgeva nei tempi passati l'importante funzione di ritrovo per chi abitava le case sparse su queste zone montane.
Da Biforco la strada, che diventa presto sterrata, continua ad inerpicarsi sul fianco della montagna. Dopo poche centinaia di metri dal paese troviamo una prima biforcazione. A sinistra un viottolo, parte del sentiero 068 di collegamento col sentiero GEA, conduce ai nuclei di Aioli, ove un tempo esisteva un hospitium per i pellegrini, e di Scapruggine (m. 665). La via principale continua invece a salire fino ad incontrare un'altra biforcazione. Prendendo verso destra toccheremo i nuclei di Valle Santa, del Doccione, un tempo villa padronale e, attraverso una breve deviazione, da cui passa il sen. 067 (collegamento con il GEA presso la Rotta dei Cavalli), del Ronco.
Più in alto è il Romitorio, posto di tappa e di ritiro per i frati francescani. Continuando dal Doccione, la strada conduce fino al Passo delle Gualanciole verso la Valtiberina toscana e, con un percorso più disagevole, al Poggio Tre Vescovi.
La diramazione verso sinistra dalla via di Biforco conduce invece a Serra, attraverso un viottolo che costituisce il tratto terminale del sentiero 069, che collega la SP 62 al sen. 59. Lungo il percorso, panoramico sulla valle del torrente Corezzo, incontriamo la casa padronale Fatucchio, risalente alla fine del Settecento, con annessa una cappella, Capanno Morino e poi il casale Ferrale. Serra (m. 810) appare dopo un paio di curve al di sotto della strada. Il borgo è molto ben ristrutturato ed è dotato di una caratteristica chiesetta dedicata a S. Niccolò. A monte dell'abitato sono ancora visibili, tra la boscaglia, tratti dell'antica via Romea, citata negli Annales Stadenses dell'abate tedesco Alberto (XIII secolo) che, attraverso l'omonimo passo, faceva comunicare la Romagna con il Casentino. 
L'itinerario attraverso la Vallesanta riprende da Rimbocchi (m. 542). Anche questo centro, come tutti quelli della valle, si è molto spopolato negli ultimi anni, passando dai 480 abitanti del 1950 ai 38 del 1998. Il paese, noto per il buon pane che vi si produce, è posto alla confluenza del fosso di Corezzo con il torrente Corsalone ed è in massima parte di costruzione abbastanza moderna, nato come punto di ritrovo di fondovalle alla confluenza dei torrenti e delle strade. Da qui si diramano infatti, oltre la già descritta strada per Biforco, altre due arterie, la prima, sulla sinistra, che conserva la denominazione SP 62 e conduce a Bibbiena, sempre con il corso del Corsalone a fianco, la seconda che prosegue verso Corezzo ed è denominata SP 63. Prima di continuare il nostro viaggio attraverso quest'ultima strada, percorriamo il primo tratto della via per Bibbiena, da cui parte anche, in corrispondenza del ponte sul Corezzo, il Sen. 070, di collegamento con Frassineta. Dopo aver percorso la SP 62 per circa un chilometro, una deviazione sulla sinistra, che costituisce anche l'inizio del sen. 052 (collegamento con lo 053 da Rimbocchi per la Verna), conduce a Siregiolo (m. 606). Il piccolo borgo, i cui abitanti tornano solo nel periodo estivo, conserva al suo interno la chiesetta di S. Lorenzo, nominata in documenti ufficiali fin dal 1155. Le case di Siregiolo costituiscono un nucleo molto caratteristico dove, accanto ad abitazioni ben restaurate ne sorgono altre che sono purtroppo in condizioni di completo abbandono e appaiono perciò già parzialmente crollate.
Proseguendo nella via per Bibbiena troviamo dopo un altro breve tratto di percorso una via sulla destra che conduce a Pezza (m. 626), borgo ricordato sin dall'anno 1000. Anche qui si conserva una chiesetta, dedicata a S. Clemente. A Pezza esisteva un tempo uno spedale per viandanti, ricordato in alcuni documenti del Monastero di Camaldoli. Un altro spedale, quello detto “del Buterone” viene ricordato in vari estimi tra Pezza e Rimbocchi, nell'attuale località Butteroni.
Torniamo a Rimbocchi e prendiamo la SP 63 per Badia Prataglia. All'altezza della confluenza del Fosso Grande nel Corezzo, che ha affiancato la strada sul lato sinistro sino a qui, troviamo un gruppo di case denominate Molino di Corezzo, sede un tempo di un'importante macina per le granaglie di tutta la zona.
Dal ponte sul Fosso Grande parte anche un sentiero del CAI, lo 068, di cui abbiamo già parlato. La strada continua a salire con una serie di tornanti, fino a raggiungere il paese più popoloso della Vallesanta, Corezzo (m. 760). Corezzo è ricordato fin dal 967, in un documento con il quale Ottone I lo concede in feudo ai Conti di Chiusi. A questi ultimi subentrarono poi i Conti Guidi ed infine la Repubblica Fiorentina. Il borgo, circondato da case di recente costruzione, è arroccato attorno alla piazza principale ove può ancora vedersi sul muro di un edificio, che doveva appartenere all'originario castellare, un antico stemma mediceo. 
Corezzo, ben attrezzato sia riguardo gli impianti sportivi che quelli scolastici, è posto in una posizione amena e panoramica e si presenta come un centro abbastanza vivace nonostante anche qui gli abitanti residenti siano più che dimezzati nel corso degli ultimi 25 anni. Dal paese partono due sentieri del CAI, il 59 per Bagno di Romagna attraverso il Passo di Serra ed il 56, di collegamento col Sen. GEA sotto Poggio Magiovanna.
L'itinerario continua verso Nord, tra un panorama di boschi e prati. Dopo essere saliti per un tratto di strada abbastanza ripido giungiamo infine a Valdellameta (m.872). Il paesino alterna case antiche e moderne divise in due nuclei, uno a monte, l'altro più a valle. All'altezza della stretta curva che separa i due nuclei, una deviazione sulla sinistra conduce al borgo di Frassineta (m. 880). La strada è fiancheggiata da un paesaggio stupendo che spazia su boschi, prati e ruscelli. Frassineta fu di volta in volta possesso della Badia di Prataglia, dei Vescovi di Arezzo, dell'Eremo di Camaldoli, dei Tarlati e dei Fiorentini. La struttura del paese è tipicamente medievale. All'entrata troviamo la chiesa ed una torre di avvistamento, da cui partivano le muraglie di fortificazione oggi inglobate nelle case. Di fronte alla chiesa, su una collinetta che fiancheggia la strada, possiamo vedere un'antica cappellina che racchiude una Maestà venerata dagli abitanti del luogo.
La chiesa del paese, dedicata a S. Egidio, è con l'abside rivolta verso il fondovalle ed il campanile ribassato rispetto all'altezza originaria. Da Frassineta si gode di una maestosa vista su tutta la giogaia montana che va dal monte Zuccherodante (m. 1224) al Montalto (m. 1291) al Poggio Tre Vescovi ( m. 1232) per giungere fino al Monte Penna; molto bello anche il panorama su Corezzo, circondato dal verde dei boschi e dei prati. Dal paesino partono il sen. 073 per Badia Prataglia attraverso il poggio della Cesta (alle Quattro Vie il sentiero si dirama nel sen. 52, collegamento con la SS 71, e nel sen. 072, che porta a Partina passando per poggio Baralla) ed il sen.070, già nominato, per Rimbocchi da cui si dirama il sen. 071 di collegamento con la SS 208 passando da Giona e Banzena.
A quattro chilometri dal paese di Valdellameta la SP 63 confluisce, all'altezza di Badia Prataglia, nella SS 71 che, attraverso il Passo dei Mandrioli, entra in Romagna. Il confine tra il territorio di Chiusi e quello di Poppi è segnato dal corso del torrente Archiano, la cui valle appare poco dopo aver lasciato Valdellameta.

Ultimo aggiornamento

Mercoledi 03 Maggio 2023