Itinerari naturalistici (trekking)

L'Itinerario nella natura di Chiusi concilia perfettamente le bellezze paesaggistiche del Capoluogo con i messaggi storici e mistici provenienti dal passato di questo luogo, che rimane uno dei più significativi del cristianesimo occidentale.

Data di pubblicazione:
07 Aprile 2017
Itinerari naturalistici (trekking)

Il percorso, per altro facile, da compiere in circa due ore e trenta minuti, quasi interamente all'interno del Parco Nazionale, inizia dalla Piazza S. Michele ove si trovano l'omonima chiesa, il Palazzo del Podestà e il castello del conte Orlando che domina le antiche case di Chiusi, punto da cui si può ben rilevare l'impianto medievale del centro.
L'itinerario parte proprio dall'antica strada lastricata di collegamento al nucleo storico e, con un percorso inizialmente in discesa, oltrepassato l'arco presso Casa Marcucci, giunge fino alla “fontana Campari” in Piazza dei Caduti, per poi risalire lungo la Via Vecchia verso il Doccione ed addentrarsi nella natura poco sopra la sede della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, dopo aver attraversato la SS 208. La strada pedonale che abbiamo imboccato costeggia nel suo primo tratto il retro della Villa delle Rose e di altri Istituti religiosi prospicenti il parallelo viale San Francesco, dove si trova anche la sede comunale. 
Il percorso passa una piccola maestà e poi comincia a salire lambendo sulla sinistra il nuovo Centro Visita del Parco Nazionale delle foreste Casentinesi.
Centro Visita del Parco delle Foreste Casentinesi (A.C.) e (A.F.S.V.)
Da questo importante punto di accesso al Parco, proseguiamo per il sentiero, dove tuttora è ben visibile l'antico selciato medievale, costituito da piccoli blocchi di pietra, spesso disposti a taglio, che conduce, con varie diramazioni e possibilità di percorso, al Santuario della Verna. Sembra che la strada fosse un tratto dell'importante direttrice che collegava Firenze alla Valtiberina e che, in corrispondenza di Bibbiena, si incrociava con la via Romea Pellegrinorum, proveniente dalla Romagna attraverso il Passo Serra. Percorrendo il lastricato, sappiamo quindi di trovarci su una delle rotte di mercanti e pellegrini più frequentate dell'Italia centrale dove, oltre a San Francesco, sono passati nei secoli molti uomini, comuni o illustri che fossero. Il sentiero continua a salire dolcemente seguendo il confine del Parco fino a che, percorse alcune centinaia di metri, troviamo la diramazione verso destra del Sentiero Natura, che conduce direttamente al Santuario; noi prenderemo invece la direttrice verso sinistra per La Beccia per percorrere un itinerario alternativo che ci porterà in mezzo a imponenti foreste di faggi verso la “Ghiacciaia”. 

Il sentiero con il selciato medievale (M.M.)
Passato il bivio, dopo poche centinaia di metri vediamo sulla nostra sinistra due case coloniche, trasformate in istituto religioso, con chiesetta annessa e rinominate “Magnificat”. In corrispondenza col viottolo di accesso al Magnificat si dirama dal sentiero principale, verso destra, una deviazione che, attraversato un ponticello di legno, conduce direttamente al Santuario. Il nostro tragitto arriva invece, dopo un breve cammino, alle prime case de La Beccia. Da qui imbocchiamo l'antica strada pedonale che conduce alla Cappella degli Uccelli e al Santuario, per lasciarla dopo poche decine di metri in corrispondenza di un arco di pietra con cancellata di legno sulla sinistra. Il sentiero si avventura adesso tra grandi faggi, croci di legno erette dagli scouts che qui erano soliti radunarsi prima dell'istituzione del Parco, e una gran quantità di massi calcarei, nudi o rivestiti di un verde e morbido manto di muschio.
 
Il sentiero presso Villa delle Rose (M.M.)
Tali massi sono “detriti di falda”, originati dalle numerose frane che caratterizzano la zona. La grande rupe calcarea che forma il monte Penna, o monte della Verna che si voglia chiamare, è infatti costituita dalla cementazione dei gusci di microscopici organismi marini ed è completamente diversa, geologicamente, dalle argille che compongono il paesaggio all'intorno. Essa si è formata in bacini creatisi al di sopra delle argille stesse, e questa base poco stabile, soggetta a continue deformazioni derivanti dai cambiamenti di umidità, provoca per l'appunto i movimenti franosi ed i detriti di cui sono cosparse le falde del monte. Situazioni geologiche simili a questa sono quelle che caratterizzano Cerbaiolo, il Sasso di Simone e il Simoncello al confine con le Marche, e il Monte Titano nella Repubblica di San Marino, che ha stabilito nel corso degli anni rapporti di frequentazione e di amicizia con il Comune e la popolazione di Chiusi, aprendo anche una colonia estiva nel Capoluogo.

La ghiacciaia (M.M.)
Il sentiero intanto passa a costeggiare una costruzione in pietra detta “casina del pastore”, utilizzata in passato per tenere le greggi al riparo, successivamente dagli scout nel corso dei loro raduni. Oltrepassato l'edificio, si prosegue sulla sinistra e, dopo poche decine di metri, cominciamo a salire attraverso una maestosa faggeta per giungere alla “Ghiacciaia”, seguendo un percorso ben segnalato. La Ghiacciaia prende questo nome dalla consuetudine esistita fino agli anni '50 di depositare, nella grotta naturale creatasi sotto enormi massi, e chiusa all'epoca con adeguata porta di legno, blocchi di neve compressa utilizzati quindi per la conservazione dei cibi.
La Ghiacciaia venne usata principalmente dall'Albergo Michelangelo, attivo fino al dopoguerra, oltre che, a scopo terapeutico, dai medici del luogo. Cavità naturali di questo genere, originate dall'acqua infiltratasi attraverso le fratture della roccia, sono molto diffuse nella zona. 
 
Il Bosco de La Verna (E.L.)
Sulla sinistra della Ghiacciaia, il percorso potrebbe deviare fino ad un caratteristico laghetto di acqua sorgiva, denominato lago di Chiappino ed eventualmente proseguire verso Malpasso, Croce delle Lecche, Fonte del Lupo, Croce della Calla e Calcio del Diavolo fino a giungere al Santuario. L'itinerario nel nostro caso prosegue verso destra, salendo sempre in direzione del Santuario, sotto il quale giunge, dopo aver percorso un bellissimo bosco di faggi, pini ed abeti, con un magnifico sottobosco, in mezzo al quale, fra l'erba e le foglie, spuntano fiori minuscoli e variopinti. Attraversata la foresta monumentale, disseminata di enormi e suggestive rocce franate dal Monte Penna, all'improvviso appare la scogliera delle Stimmate, sovrastata dal Santuario. Attraversato il prato sotto il massiccio, riprendiamo il sentiero tenendoci sempre verso il lato destro e giungendo alla Cappella degli Uccelli e all'attiguo Orto dei frati, che presto diventerà Orto Botanico. Esso serviva per soddisfare le necessità della Comunità francescana. Dalla Cappella degli Uccelli il percorso originale del Sentiero Natura conduce fino al Convento, ne costeggia le mura per poi immettersi brevemente nella strada principale rotabile di accesso da Chiusi e volgere a destra, dalla Maestà del Fondo, attraverso il Canipale ed il Bosco delle Fate, in mezzo a faggi, maestosi aceri e carpini sorti tra giganteschi massi. Nel nostro itinerario prendiamo il selciato medievale dell'antica strada, detta “Ansilice”, dirigendoci a valle. Invece di tornare a La Beccia, svoltiamo per la diramazione che scende verso Chiusi, costeggiando il muro dell'Orto. Il sentiero descritto e quello proveniente dal Bosco delle Fate si ricollegano al tragitto iniziale dell'itinerario nei pressi del Centro Visite del Parco Nazionale.

Ultimo aggiornamento

Lunedi 06 Maggio 2024